segnalazioni su marco pantani

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7he pr1nce
view post Posted on 8/9/2006, 17:56




Un UOMO IN FUGA. La vera storia di Marco Pantani.


E’ uscito il libro


Il libro “Un Uomo in fuga. La vera storia di Marco Pantani”, scritto da Manuela Ronchi e Gianfranco Josti, ha vinto la 42a edizione del premio "Bancarella Sport". Lo hanno decretato domenica 26 giugno a Pontremoli la giuria costituita da selezionati librai e la commissione del premio, formata da esperti di letteratura e sport.




"Un Uomo in fuga. La vera storia di Marco Pantani" è un racconto esclusivo che prende spunto dagli appunti che Marco stava raccogliendo negli ultimi mesi per un libro che avrebbe dovuto raccontare la sua storia. Un progetto che solo Manuela Ronchi, manager di Pantani, e suo punto di riferimento è riuscita a portare a compimento con il contributo portato dal giornalista sportivo Gianfranco Josti, profondo conoscitore del mondo dello sport e che ha sempre goduto della stima del campione romagnolo per la sua imparzialità.





Il libro è presente in tutte le librerie al costo di € 16,00, 260 pagine.



Il titolo del libro è stato ispirato dal brano musicale di Riccardo Maffoni “uomo in fuga” scelto dalla Fondazione come propria colonna sonora. Anche al giovane cantautore un sentito ringraziamento per aver deciso di donare il ricavato della vendita del brano alla Fondazione.



Infine segnaliamo che Maurizio Totti titolare della Colorado Film ha acquistato in esclusiva i diritti del libro per portare questa straordinaria storia sui grandi schermi per il 2007




questo libro lo letto....ve lo consiglio davvero....è bellisimo...non si può non leggere se si vuole conoscere davvero marco pantani.....;)

 
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mipprio
view post Posted on 9/9/2006, 22:38




io ho letto un altro libro su pantani.. quello scritto da zanzaroni e davide cassani...

Semplicemente stupendo ed emozionante
 
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7he pr1nce
view post Posted on 9/9/2006, 22:39




azz...devo leggerlo...come si intitola?
 
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mipprio
view post Posted on 9/9/2006, 22:42




azzz.... nn lo trovo..
 
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7he pr1nce
view post Posted on 11/10/2006, 13:46




Pantani rivive in un film
Iniziate a Madonna di Campiglio le riprese della fiction tv dedicata a Marco. La somiglianza sbalorditiva dell'attore Rolando Ravello con il campione: "Che brividi"
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Rolando Ravello, 37 anni, in azione sul set. Liverani
MADONNA DI CAMPIGLIO (Trento), 10 ottobre 2006 - La somiglianza è impressionante. Rolando Ravello, l’attore che interpreta Marco Pantani, avanza con la maglia rosa, le orecchie a sventola e gli occhiali gialli, si ingobbisce sulla bicicletta, la scruta e l’accarezza: sembra il Pirata.

E' il primo ciak della fiction "Il Pirata-l’orgoglio ritrovato" dedicata alla tragedia umana del campione, che parte proprio da qui, Madonna di Campiglio: quel 4 giugno 1999 fu l’ultimo giorno felice di Pantani prima di essere escluso dal Giro perché aveva l’ematocrito fuori norma. Una giornata di sole e montagne lucenti, estiva come allora, che sembra nel destino di Ravello, nato proprio il 4 giugno. Lui è emozionatissimo. "Non ho dormito per tutta la notte, e appena sono salito sulla bicicletta che ha usato Pantani mi è venuta la pelle d’oca. Avevo paura prima di cominciare, ma mi sono sciolto grazie anche ai suoi compagni che mi danno tanti consigli. Un regalo enorme. Mi sento come un bambino in un negozio di giocattoli".

Quando le è stato chiesto di interpretare Pantani qual è stato il primo pensiero?
"Innanzitutto ho sentito una grande responsabilità. Pantani non è come Bartali o Coppi: il suo ricordo è talmente fresco che è ancora negli occhi di tutti. Poi un senso di rispetto, per lui e per la famiglia, che incontrerò a Cesenatico. E ho cominciato a studiarlo con onestà e buona fede. E’ una storia troppo delicata".

Come sarà Marco in tv?
"Spero di essere rispondente alla sua figura. Non lo santifico, né lo faccio cadere in un abisso. Non sarò né un sosia, né un imitatore. Interpreterò il mio Marco con obiettività".

L’aveva conosciuto?
"No, ma ero un suo grande tifoso. Per me era come un mito del rock. E’ stato lui a farmi appassionare al ciclismo".

Che idea si è fatto di lui?
"Un ragazzo orgoglioso, un leader buono, un trascinatore: l’ultima decisione era sempre la sua. Aveva una grande volontà, era sin troppo ostinato, già da quella mattina del 5 giugno non pensava di riuscire a riprendersi. Si sentiva in colpa per aver tradito i tifosi".

Come si è allenato?
"Cyclette da gennaio, quando mi ha chiamato il regista Bonivento, che ringrazio. Dal 1º agosto, dopo la conferma, mi alleno con Luigi Bielli, detto Billo (lo stesso che guidò l’attore Favino, interprete di Gino Bartali,n.d.r.): due-tre ore in bici più palestra. Ho aumentato la massa muscolare di gambe e glutei e diminuito quella del torace. Sono dimagrito sei chili e ho le stesse misure di Marco: alto 1,72 per 59 chilogrammi. Solo che... qua tutti mangiano canederli e stinchi, mi tocca uscire prima dal ristorante perché mi vengono attacchi di fame...".

Cosa pensa quando si guarda allo specchio?
"Mi vengono i brividi. Giorni fa ho indossato gli abiti di Pantani: il giubbino, i jeans con le tasche, la camicia aperta... ho abbassato il capo, mi sono visto dimagrito e mi sono ritrovato con la sua postura... mi è preso un colpo".

E nel carattere si sente simile a lui?
"Mah, io fino a 12 anni ero un ciccione e i compagni di scuola mi deridevano. Non credo di essere un trascinatore, amo la solitudine. Ma la sua vicenda mi ha appassionato: ormai Marco è dentro di me".

Finora che cosa le ha insegnato questa esperienza?
"A provare odio e amore per la fatica. Quando chiedevano a Pantani perché andasse così forte in salita lui rispondeva: 'Così l’agonia finisce prima'".
Ciak, si gira: già tutti lo chiamano "Panta".


fonte: gazzetta dello sport/ forum delle novità
 
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mipprio
view post Posted on 11/10/2006, 14:18




si... ho saputo.... nn me lo perderò..
 
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"the animal" Batista
view post Posted on 17/10/2006, 16:27




cmq grande Pirata!!!!!!!
 
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triple-ale
view post Posted on 17/11/2006, 10:51




Una partita tra amici per ricordare Pantani e fare del bene

Di tutti i modi per ricordar Pantani, il pallone non è certo il meno nobile: in fondo, il ragazzo di Cesenatico si dedicò alla bici perché da calciatore stava in panchina. Non per questo si negava il piacere di tornare sul prato verde: gli è successo spesso. Niente di strano, allora, se da tre anni i ciclisti che di Marco furono amici si ritrovano in uno stadio e ne celebrano la memoria tirando calci ad una palla. Succede anche quest’anno, il 3 dicembre, una domenica, ancora a Castelnuovo Rangone, nel Modenese: alle 10 si affrontano gli ex compagni del campione scomparso e la Nazionale dei corridori in attività, un bel modo di ritrovarsi anche per far del bene, perché le offerte che verranno raccolte andranno in beneficenza.
A Roberto Pregnolato, che di Pantani è stato massaggiatore, hanno tutti detto sì senza pensarci, a cominciare dalla Villani che dopo la gara taglierà in piazza, come da tradizione, uno zampone da Guinness: gli azzurri Pozzato, Paolini, Ballan e Tosatto, con Simoni, Riccò, Vandenbroucke e il baby iridato Ulissi formano la Nazionale guidata da Reverberi, mentre fra gli ex affidati a Maini, accanto ai fedelissimi Conti, Siboni, Fontanelli, Podenzana e Coppolillo, ci saranno Bartoli, Sorensen, Gotti e il Chiappucci fresco di Isola dei famosi. In campo anche ex veri del pallone, come Paramatti, Bia, Apolloni e il Ficcadenti che guida il Verona.

 
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triple-ale
view post Posted on 17/11/2006, 21:05




dovrebbe essere molto divertente!
 
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petacchibettini
view post Posted on 27/10/2007, 14:39




Mamma Pantani accusa:
"Me l'hanno ucciso"
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Un libro del giornalista francese dell'Equipe Philippe Brunel mette in discussione i risultati dell'inchiesta sulla morte del Pirata. La signora Tonina sulla Gazzetta di oggi: "E' la conferma di quello che penso io, Marco dava fastidio". Ecco il testo completo

La signora Tonina sulla strada dello Zoncolan. Anteprima

CESENATICO, 27 ottobre 2007 - "Me l’hanno ucciso. Nessuno conosceva Marco come me. So quello che dico e spenderò tutti i soldi che mi ha lasciato per arrivare alla verità". Mamma Tonina Pantani parla come Marco scattava in montagna. Un attacco, poi un altro, poi un altro ancora. La sua voce è più ferma, meno disperata. Sono passati 3 anni e 8 mesi dal 14 febbraio 2004, quando il Pirata venne trovato morto nella camera D5 al Residence Le Rose di Rimini. Quella stanza non c’è più. Il residence è stato completamente rifatto e il Processo Pantani si avvia alla conclusione con un manipolo di spacciatori che stanno per essere condannati per "omicidio colposo", come venditori delle ultime dosi.
CUORE SCOPPIATO - Sullo sfondo c’è la tesi del pm che parla di "overdose di cocaina", e dell’autopsia che parla di "suicidio involontario". In sostanza, Pantani avrebbe assunto così tanta cocaina che gli è scoppiato il cuore. Non era sua intenzione togliersi la vita. Ma così è andata. Gli hanno trovato cocaina nello stomaco e in bocca, come se avesse passato gli ultimi istanti mangiando quella polvere bianca alla quale si era aggrappato in un periodo, lungo, di depressione cosmica. Un libro, uscito quattro giorni fa in Francia, riapre il caso e dà valore alla tesi di mamma Pantani. Philippe Brunel, giornalista dell’Equipe e amico di Marco, ha lavorato per tre anni a "Vita e Morte di Marco Pantani", un libro inchiesta che presto sarà pubblicato anche in Italia. Brunel ricostruisce nei dettagli gli ultimi mesi, gli ultimi giorni, le ultime ore di Marco. E scopre alcuni dettagli che sono stati sottovalutati dall’inchiesta. Il libro pone alcune domande che meriterebbero risposte più approfondite.
COME UNA PAZZA - "Io lo dico fin dal primo giorno e sono stata trattata come una pazza — sbotta mamma Pantani —. Marco è stato ucciso e l’inchiesta deve essere riaperta. Ma non a Rimini. Ho passato l’intera estate a leggere gli atti del processo e sono sempre più sicura che è stato un omicidio. Marco dava fastidio a qualcuno". Tonina sta conducendo da mesi una sua indagine personale ricostruendo tutto quello che non quadra. "Intanto sono convinta che Marco sia morto tra le 11.30 e le 12. Non tra le 14 e le 17 come hanno sostenuto — dice —. E nella sua camera c’era qualcuno. Ha chiesto aiuto più volte. Ci sono le telefonate che ha fatto alla reception dell’albergo dalle 8.30 alle 10. Nell’ultima diceva: 'Chiamate i carabinieri, chiamate i carabinieri che qui ci sono persone che mi danno fastidio'. Mio figlio stava morendo e nessuno è intervenuto. Io credo che ci siano gli estremi per l’omissione di soccorso. E prima dell’intervento della polizia c’è un buco di ore, di molte ore nelle quali, in quella camera, è successo di tutto".
VERSIONI DIVERSE - Il libro di Philippe Brunel e così le testimonianze in tribunale sottolineano versioni diverse. "Il portiere dell’albergo ha detto che, quando è entrato, la camera era a posto. C’era soltanto un attaccapanni caduto. Chi ha fatto tutti quei danni alla stanza? Nel filmato della polizia c’è un casino totale. Marco non può essere stato perché le sue mani non presentavano nemmeno un graffio". C’erano invece segni sospetti sul corpo. "Marco aveva la faccia graffiata e un segno molto evidente dietro l’orecchio sinistro. Qualcuno può averlo costretto a mangiare droga. Accanto alla bocca e sotto il suo corpo c’era mollica di pane mista a cocaina. Qualcuno deve averla preparata. E quelle tracce di cibo cinese, che nessuno ha mai ordinato e Marco non ha mai mangiato in vita sua?".
PIÙ PERSONE - Mamma Tonina è convinta che, in quei giorni, più di una persona (lo spacciatore) sia entrata nella camera D5. "Altro che uno solo, come dicevano all’inizio. Qualcuno deve essere venuto anche da Milano, perché Marco era arrivato a Rimini con uno zainetto e una sola giacca. Mentre la polizia mi ha restituito una borsa con tre giacconi. Almeno due di quelli erano a Milano e qualcuno deve averglieli portati. Chi? Perché?». Ma quale sarebbe il movente? Perché lo avrebbero ucciso? "C’è la frase del capo degli spacciatori a uno dei galoppini che gli portavano la coca, che dice: "Adesso dobbiamo risolvere il problema Pantani...". Marco era un personaggio troppo noto e forse dava fastidio a qualcuno. E poi c’è il mondo del ciclismo che non lo amava e non voleva che tornasse a correre. Sapere quello che è successo davvero è diventato la ragione della mia esistenza. Voglio sapere chi c’era con lui e perché Marco è morto. Io non lo lascerò soloimageimageimageimageimageimageimageimageimage
 
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